2022 – Omelia del 31 dicembre
Solennità della SS.ma Madre di Dio
“I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”.
Prendo spunto da questo breve inciso del Vangelo di Luca che racconta della gioia dei pastori per condividere una riflessione sull’anno che stiamo concludendo insieme.
I pastori, gli ultimi della società israelita del tempo, coloro che non venivano nemmeno ammessi al culto del tempio per la loro situazione di perenne impurità, hanno il privilegio, dopo gli angeli, di contemplare il Bambino Gesù, adagiato nella mangiatoia di Betlemme. Essi trovano, così, conforto e conferma di quanto hanno sperato e creduto. Trasformano la loro speranza e la loro fede nella glorificazione e nella lode nei confronti di Dio che – ancora una volta – ha dimostrato di non abbandonare il Suo popolo, di non abbandonare l’Umanità in un cammino oscuro, ma di essere il “Dio con noi”, che cammina con la Sua gente, acquistata a caro prezzo, il prezzo del sangue innocente che trasformerà il legno della culla nel legno della croce, che a sua volta diverrà albero della vita che sconfigge per sempre l’albero della morte.
Anche noi siamo chiamati, oggi in modo particolare, a glorificare e lodare Dio per tutto quello che abbiamo visto e udito nell’arco di questo anno che volge al suo termine.
Lodare e glorificare Dio significa imparare a ricondurre a Lui tutti gli eventi della storia, riconoscendo la Sua misteriosa e a volte nascosta presenza nelle pieghe del tempo che scorre e assume il compito di offrire alla vita la sua concreta possibilità di dispiegarsi e camminare.
Lodare e glorificare Dio significa avere una visione corretta del tempo che è dono, occasione e possibilità di fare il bene; esso è dimensione personale e comunitaria della nostra convivenza umana, del nostro pellegrinaggio cristiano, del nostro percorso verso il suo compimento che non è la fine, ma l’incontro definitivo ed eterno con Dio e con i fratelli e le sorelle che ci hanno preceduto.
Lodare e glorificare Dio significa possedere una chiara consapevolezza del bene da godere e del male da contrastare e sconfiggere. Se esaminiamo l’anno che si conclude possiamo ringraziare per il tanto bene che si è manifestato… i bambini che sono nati, il progresso della scienza e della tecnica, la bellezza dell’arte in tutte le sue manifestazioni, la solidarietà dei popoli e fra i popoli, una maggiore coscienza della cura e dell’ecologia della Terra, i cristiani che si sono adoperati per essere segno di luce e sale nelle parti più remote e sofferenti del Mondo, i gesti di affetto e di carità vissuti, le testimonianze di verità e passione di milioni di donne e uomini che lottano, spesso silenziosamente, per il bene del nostro Pianeta e dei suoi abitanti.
Certamente non possiamo ignorare il male… la guerra che è ritornata ad essere protagonista dello scenario internazionale, la corsa immorale agli armamenti, la mancanza di democrazia presso numerosi popoli che anelano alla libertà, la negazione dei più elementari diritti civili come l’accesso all’istruzione delle donne, la possibilità di un legittimo protagonismo politico, la fame dei poveri e la negazione delle cure per gli ammalati in molti luoghi e popoli.
Ma il male non è lì per essere accettato passivamente, esso deve diventare per tutti noi occasione di risveglio della coscienza personale e comune di un’umanità e di una Chiesa che, in nome del Dio amico degli uomini, vuole combattere e superare. Un profeta dei nostri tempi, Martin Luther King, diceva che aveva più paura non della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti.
Forse troppe volte diamo per scontata la cattiveria, come un’inevitabile compagna di vita, dovremmo invece ribellarci più spesso e con maggiore convinzione di fronte alla malvagità di quei pochi che sono in grado di inquinare la bellezza e la bontà del mondo, così come il nostro Creatore l’ha pensata e voluta.
Queste riflessioni, passando dalla grande storia alla piccola storia, piccola ma non meno importante, le possiamo applicare benissimo al nostro vissuto quotidiano. Imparare a lodare e glorificare Dio per il tanto bene vissuto nelle nostre famiglie e nella nostra Comunità, ma imparare con sempre più coraggio a denunciare ciò che non va bene, ciò che è frutto di cattiveria ed isolarlo per superarlo… con la capacità di distinguere sempre l’errore dall’errante.
L’errore deve essere condannato, l’errante deve essere aiutato a vivere nel bene e nell’amore…
Così ha sempre fatto Gesù nella Sua vita terrena, così è lo stile di Dio che non vuole che nessuno dei Suoi figli si perda, ma che piuttosto viva e, aggiungerei, viva bene!
Palau è una Comunità promettente e generosa, un paese baciato da Dio per la Sua posizione e la bellezza del suo scenario naturalistico, ma che ogni tanto sembra perdere il senso di Dio e della vera fraternità umana e cristiana in nome di interessi economici e di piccole logiche di potere… spero che il 2023 che stiamo per iniziare possa segnare un passo diverso e migliore per la nostra amata Comunità. Anche la Missione popolare, da me fortemente voluta, vuole essere un’evangelica provocazione che smuova i cuori e le coscienze di tutti noi per ritornare all’essenziale… e l’essenziale è l’amore per Dio e l’amore per i fratelli, tutti, senza alcuna distinzione.
Porto a conoscenza di tutti alcuni dati numerici della vita comunitaria.
In questo anno 2022 abbiamo avuto la gioia di battezzare 19 bambini e bambine. Auguri a loro e ai loro genitori, il seme della vita cristiana seminato nelle loro anime possa germogliare e portare frutto per la vita eterna.
19 sono i fanciulli e le fanciulle che hanno celebrato la Prima Comunione eucaristica… anche a loro vada il nostro augurio affettuoso di un cammino di crescita umana e cristiana con Gesù, compagno di viaggio.
24 i ragazzi e le ragazze che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, compresa una giovane adulta. Lo Spirito Santo effuso nei loro cuori sia Guida, sostegno e orientamento per la loro vita.
Le coppie che si sono unite in matrimonio sono 8, di cui solo 3 vivono nel nostro paese… a tutti gli sposi l’augurio di una vita serena, rafforzata dalla Grazia del sacramento celebrato, e l’augurio di divenire genitori secondo il cuore di Dio e in armonia con la Sua opera creatrice.
35 sono i fratelli e le sorelle che hanno compiuto questo pellegrinaggio terreno. A loro si volge il nostro pensiero orante ed affettuoso, a loro chiediamo preghiera ed intercessione per le loro famiglie strette nel dolore della perdita umana e per la nostra Comunità tutta.
La gioia di una nascita è gioia di tutti, la mestizia per una morte è mestizia per tutti.
È doveroso anche condividere la situazione economica, i cui bilanci troverete affissi nelle bacheche della chiesa parrocchiale.
Abbiamo avuto entrate per 99.027,00 euro ed uscite per 100.186,03 euro, riportando un saldo negativo di 1.159,03, cosa che non ci deve preoccupare perché i conti della parrocchia sono sani, improntati ad una chiara trasparenza amministrativa ed in piena stabilità positiva.
Per quanto riguarda la gestione economica della carità abbiamo avuto entrate per 21.523,85 euro ed uscite per 17.026,50, riportando un saldo positivo di 4.497,35 euro. Tanti sono stati anche gli interventi caritativi a favore di singole persone e famiglie intere, difficilmente quantificabili in denaro perché offerti sotto tante forme.
Anche il conto Mediolanum aperto per la copertura del mutuo, acceso in occasione dell’acquisto dell’area dell’Oratorio nuovo, riporta un saldo positivo di 56.367,40 euro, garantendoci la copertura economica per altri due anni, visto che di rata paghiamo circa 2.700 euro mensili.
Grazie per la vostra generosità e per la generosità di tanti parrocchiani semiresidenti che trascorrono con noi anche sei mesi di ogni anno solare.
Nel 2023 avremo la gioia di inaugurare il nuovo Oratorio dedicato alla memoria del Beato Carlo Acutis, avremo la gioia di benedire la lapide commemorativa dei 79 morti dell’affondamento del Trieste (il 10 aprile 2023 sarà l’80mo anniversario), e avremo la gioia di rinnovare il presbiterio della nostra chiesa parrocchiale.
Concludo con un pensiero affettuoso e grato al nostro Papa emerito Benedetto XVI, di cui mi è giunta notizia della morte proprio mentre scrivevo questa omelia.
Ha ragione Papa Francesco quando afferma che lo sguardo di Benedetto era un costante rimando alla bellezza del Cielo, di Dio. Anche io ho fatto questa esperienza, nel 2006 quando ebbi modo di incontrarlo in piazza San Pietro dopo l’udienza generale del mercoledì. Pochi, intensi minuti di incontro e di dialogo. Un uomo di Dio che con lo sguardo rimandava subito al Cielo. È stato un Pastore vero, santo, buono, umile e profetico… la rinuncia al Pontificato lo ha reso estremamente moderno e continuerà a servire la Chiesa dal Paradiso come ha fatto nella vita terrena. Spero che lo storia lo comprenda di più e gli renda il merito e la giustizia che gli appartengono a buon diritto.
Santità continui a pregare per noi!
A voi tutti il Signore conceda benedizione, faccia brillare il Suo volto e vi conceda la Sua pace! Maria SS.ma Madre di Dio, della Chiesa e dell’Umanità intera interceda e accompagni il nostro cammino!
Buon fine anno e buon anno nuovo! Deu la foccia!