2020 – Omelia del Corpus Domini
“Io sono il pane vivo disceso dal Cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno…”
Questa – pronunciata da Gesù – è una frase rivoluzionaria nella storia, nella tradizione e nel panorama religioso dell’umanità.
Ogni religione ha una forma di comunione con la divinità che si realizza attraverso un pasto rituale… ma è l’uomo che offre al dio di turno un sacrificio, perché la divinità possa mangiare, divenire propizia, concedere il favore richiesto o placare la sua eventuale ira per le malefatte dell’uomo.
Qui, abbiamo un totale ribaltamento della situazione… è Dio che offre Sé stesso in cibo all’uomo, perché l’uomo possa vivere una comunione stabile con Lui. Questo aspetto non è presente in nessuna religione… è una novità, la cui portata ci fa comprendere come sia naturale lo sforzo dell’uomo di raggiungere il trascendente, ma come sia soprannaturale e maggiormente veritiero il dono che Dio, di sua iniziativa, fa all’uomo donando non cose o beni o favori… ma tutto Sé stesso.
Il Corpus Domini, questa bellissima festa, ci aiuta a capire e ricordare questa verità: Dio si comunica all’uomo e offre Sé stesso all’uomo come cibo spirituale perché l’uomo si ricordi che è materia superiore, che è corpo spirituale, che è terra animata e redenta, destinato ad essere sempre più assimilato a Dio creatore e redentore, di cui porta impressa l’immagine e la somiglianza.
Nella progressiva Rivelazione di Dio all’umanità questo evento è stato preparato da segni e prefigurazioni.
Ad esempio la prima lettura di oggi. Abbiamo ascoltato un testo del libro del Deuteronomio che ci presenta una rilettura dell’esodo, della Manna che piove dal Cielo per nutrire il popolo pellegrino. Un cibo non meritato, non guadagnato, non dovuto ma gratuito, necessario, quotidiano.
Un cibo che non si capisce bene cosa possa essere… ‘Manna’, significa proprio ‘che cos’è’? Che cos’è questo cibo? Un cibo misterioso che proviene dall’Alto, che sazia, che non si può sprecare, che prelude al cibo che viene dall’Alto per eccellenza, il Signore Gesù che si dona con tutto il suo corpo, con tutta la sua anima, con tutta la sua umanità, con tutta la sua divinità come – sapientemente abbiamo imparato attraverso il catechismo.
Ma perché il Signore dà Sè stesso, tutto sé stesso all’uomo; perché si offre come cibo? Che bisogno c’è?
Mai dare per scontate le cose acquisite, pena perderne il senso.
Credo che la risposta sia semplice ma molteplice.
Il cibo serve per vivere. Senza Dio non possiamo vivere… e gli integratori alimentari lasciano il tempo che trovano. Se non nutriti i corpi e gli spiriti deperiscono e muoiono. Ci sono alcuni perennemente a dieta, molto pericoloso, e alcuni che si riempiono di ‘pasticci’, con conseguenze deleterie. Si rinuncia all’Eucaristia e si mangia qualsiasi cosa… dallo yoga alla magia, dalle carte ai filtri d’amore, dal Buddha alle teorie complottiste strettamente imparentate con l’occultismo.
Il cibo serve per stare insieme. Senza il cibo non c’è comunione, ognuno pensa a sé, manca la comunanza della mensa, e a lungo andare della familiarità. Lo vediamo benissimo in quelle famiglie che non mangiano mai insieme… è il primo passo verso la disgregazione dei rapporti familiari. Chi non celebra l’Eucaristia disgrega la comunità, ferisce la Chiesa, non se ne sente più parte viva ed integrante, quindi non ne comprende più né il senso né la missione.
Il cibo serve per la condivisione. Chi ha più deve condividere con chi ha meno, o nulla… non esiste una carità eterea… esiste solo una carità concreta che condivide il piatto, il bicchiere, il tempo, l’ascolto, le medicine, l’istruzione, il portafoglio, le attenzioni, altrimenti non è carità e non si realizza nessuna condivisione.
Il cibo serve per acquisire forza. Una persona ben nutrita ha forza per lavorare, per agire, per svolgere i propri compiti. Cristiani digiuni di Eucaristia non hanno forza… non hanno forza per vivere il Vangelo, non hanno forza per annunciare e testimoniare il Vangelo. Non hanno forza per riempire di sale e luce evangelici le realtà temporali che sono chiamati ad abitare… la cultura, la politica, la sanità, il mondo del lavoro, il volontariato.
Coraggio, fratelli e sorelle, accostiamoci alla mensa del Signore, accogliamo il suo Corpo nel nostro Corpo, nutriamoci di Lui per divenire come Lui… piccoli strumenti di salvezza per gli altri, associati al Cristo autore e perfezionatore della nostra fede e della nostra salvezza.
Prepariamoci, confessiamoci, smettiamo atteggiamenti superficiali, mettiamo a posto coscienze e disordini di vita, recuperiamo la nostra più autentica fede nel Signore datore di vita… basta con digiuni prolungati o con alimenti alternativi… ci votiamo alla morte o per fame o per avvelenamento.
Il Signore è con noi… chi potrà farci del male? Il Signore è in noi … chi potrà strapparci dal suo amore? Il Signore si offre per noi e a noi… come potremo lasciar perdere questa offerta?
don Paolo Pala